Capitolo III - METODO
Abbiamo detto che lo Spiritismo è una scienza completa e una completa filosofia. Colui che voglia seriamente conoscerlo deve, dunque, come prima condizione, disporsi a uno studio serio e convincersi che, non più che ogni altra scienza, lo Spiritismo non può essere appreso giocando.
Lo Spiritismo, l'abbiamo detto, tocca tutte le questioni che interessano l'umanità. Il suo campo è immenso ed è soprattutto nelle sue conseguenze che conviene esaminarlo. La credenza negli Spiriti ne costituisce senza dubbio la base, ma essa non è sufficiente per fare di un individuo uno Spiritista illuminato, così come la credenza in Dio non è sufficiente per farne un teologo. Vediamo dunque in qual modo conviene procedere in questo insegnamento per guidare con più sicurezza verso la convinzione.
Non siano affatto intimoriti gli adepti da questa parola "insegnamento". Non esiste solo l'insegnamento impartito dall'alto del pulpito o della tribuna, c'è anche quello della semplice conversazione. Ogni persona che cerchi di persuaderne un'altra sia attraverso il processo delle spiegazioni, sia attraverso quello delle esperienze, professa un insegnamento. Ciò che noi desideriamo è che la sua fatica dia dei frutti, ed è per questo che crediamo di dover dispensare qualche consiglio, di cui potranno egualmente approfittare coloro che vogliano istruirsi da sé stessi. Essi troveranno il modo per raggiungere con più sicurezza e rapidità l'obiettivo.
Nello Spiritismo, la questione degli Spiriti è secondaria e consecutiva; non è questo il punto di partenza, e sta precisamente qui l'errore in cui si cade e che spesso ci porta a fallire di fronte a certe persone. Non essendo gli Spiriti null'altro che le anime degli uomini, il vero punto di partenza sarà dunque l'esistenza dell'anima. Ora, come può il materialista ammettere che degli esseri vivano al di fuori del mondo materiale, quando crede sé stesso essere null'altro che materia? Come può credere che ci siano degli Spiriti al di fuori di lui, quando non crede di averne uno in sé stesso? Invano accumuleremmo davanti ai suoi occhi le prove più tangibili: le contesterebbe tutte, perché non ne ammette il principio.
Ogni insegnamento metodico deve procedere dall'elemento conosciuto a quello sconosciuto. Per il materialista, l'elemento conosciuto è la materia. Partite dunque dalla materia e cercate prima di tutto — facendogliela osservare — di convincerlo che in lui c'è qualcosa che sfugge alle leggi della materia. Brevemente: prima di renderlo SPIRITISTA cercate di renderlo SPIRITUALISTA. Ma questo è tutto un altro ordine di fatti, un insegnamento tutto speciale nel quale bisogna procedere con altri mezzi. Parlare al materialista degli Spiriti, prima ch'egli sia convinto di avere un'anima, è come incominciare da dove si dovrebbe finire, perché egli non può ammettere la conclusione se non ne ammette le premesse.
Prima dunque di cominciare a convincere un incredulo, anche con i fatti, conviene assicurarsi sulla sua opinione riguardo all'anima, vale a dire se egli crede alla sua esistenza, alla sua sopravvivenza al corpo, alla sua individualità dopo la morte. Se la sua risposta è negativa, sarebbe fatica sprecata parlargli degli Spiriti. Ecco la regola. Noi però non diciamo che tale regola non abbia delle eccezioni, ma allora il fatto è che esisterà probabilmente un'altra causa che lo renderà meno refrattario.
Quando abbiamo detto che il dubbio cessa negli increduli in presenza di una spiegazione razionale, bisogna eccettuare i materialisti estremisti, quelli che negano ogni potere e ogni principio intelligente al di fuori della materia. La maggior parte si ostina nella sua opinione per orgoglio e crede che il suo amor proprio debba essere impegnato a persistervi. Essi vi persistono a dispetto di tutte le prove contrarie, perché non vogliono avere la peggio. Con simile gente non c'è niente da fare; né bisogna lasciarsi illudere dal falso tono di sincerità di coloro che dicono: fatemi vedere e crederò. Ci sono poi quelli che sono più franchi e dicono schiettamente: vedrei qualcosa a cui non crederei mai.
Presentate loro qualcosa di razionale, ed essi l'accetteranno immediatamente. Questi poi possono comprenderci, perché sono più vicini a noi di quanto, senza dubbio, essi stessi non credano.
Con i primi non parlate né di rivelazione né degli angeli né del paradiso, essi non vi comprenderebbero. Ma, ponendovi sul loro terreno, innanzi tutto dimostrate loro che le leggi della fisiologia sono impotenti a render ragione di ogni cosa. Il resto verrà in seguito.
È tutto diverso quando l'incredulità non è preconcetta, perché allora la credenza non è del tutto nulla. Si tratta di un germe latente soffocato da cattive erbe, ma che una scintilla può rianimare. È il cieco a cui si rende la vista, e che è felice di rivedere la luce. È il naufrago a cui si tende l'ancora di salvezza.
Questo è ancora una volta il risultato di uno studio incompleto sullo Spiritismo e di una mancanza d'esperienza. Colui che è mistificato dagli Spiriti generalmente lo è perché domanda loro ciò che essi non devono o non possono dire, oppure perché non è abbastanza illuminato sulla cosa per poter discernere la verità dall'impostura. Molti, d'altra parte, non vedono nello Spiritismo che un nuovo mezzo di divinazione e immaginano che gli Spiriti esistano per predire la buona sorte. Ora, gli Spiriti leggeri e burloni non perdono occasione per divertirsi a spese di costoro. Avviene così ch'essi annunceranno mariti alle giovanette e onori, eredità, tesori nascosti all'ambizioso ecc. Da qui nascono spesso disinganni spiacevoli, da cui tuttavia l'uomo serio e prudente sa sempre tenersi lontano.
1°. coloro che credono puramente e semplicemente alle manifestazioni. Lo Spiritismo è per loro una semplice scienza d'osservazione, una serie di fatti più o meno curiosi. Noi li chiameremo Spiritisti sperimentatori;
2°. coloro che vedono nello Spiritismo, oltre ai fatti, qualcos'altro. Ne comprendono la parte filosofica, ammirano la morale che ne deriva, ma non la praticano. La sua influenza sul loro carattere è insignificante o nulla; non cambiano alcuna delle loro abitudini e non rinuncerebbero a un solo piacere. L'avaro è sempre avaro, l'orgoglioso sempre pieno di sé, l'invidioso e il geloso sempre ostili. Per loro la carità cristiana non è che una bella massima. Sono, questi, gli Spiritisti imperfetti;
3°. coloro che non si accontentano di ammirare la morale, ma la praticano e ne accettano tutte le conseguenze. Convinti che l'esistenza terrena è una prova passeggera, cercano di mettere a frutto questi brevi istanti, per marciare sulla via del progresso — che è il solo a poter elevarli nella gerarchia del mondo degli Spiriti — sforzandosi di fare il bene e di reprimere le inclinazioni cattive. Le relazioni con loro offrono sempre sicurezza, poiché la loro convinzione li allontana da ogni pensiero del male. La carità è in tutte le cose la regola della loro condotta. Questi sono i veri Spiritisti o, per meglio dire, gli Spiritisti cristiani;
4°. vi sono, infine, gli Spiritisti esaltati. La specie umana sarebbe perfetta se essa prendesse sempre solo il lato buono delle cose. L'esagerazione è nociva in tutto. Nello Spiritismo essa ripone una fiducia troppo cieca e spesso puerile nelle cose del mondo invisibile e fa accettare troppo facilmente e senza controlli ciò di cui la riflessione e l'analisi dimostrerebbero l'assurdità o l'impossibilità. Ma l'entusiasmo non riflette, abbaglia. Questa sorta di adepti è più nociva che utile alla causa dello Spiritismo. Sono i adatti a convincere, perché si diffida, e con ragione, della loro opinione. Essi sono vittime della loro gran buona fede da parte sia degli Spiriti mistificatori, sia degli uomini che cercano di sfruttare la loro credulità. Se essi fossero i soli a doverne subire le conseguenze, non sarebbe che il male minore; il peggio è che, senza volerlo, offrono delle armi agli increduli, i quali cercano le occasioni per farsi beffe dello Spiritismo piuttosto che quelle per convincersene, né mancano di attribuire genericamente a tutti il ridicolo di alcuni. Senza dubbio, questo non è né giusto né razionale. Ma, si sa, gli avversari dello Spiritismo non riconoscono che le loro ragioni come le sole di buona lega, e conoscere a fondo ciò di cui parlano è la minore delle loro preoccupazioni.
Il vero Spiritista non mancherà mai di fare il bene: cuori affranti da sollevare, consolazioni da offrire, disperazioni da calmare, riforme morali da attuare. Qui è la sua missione e qui troverà anche la sua vera soddisfazione. Lo Spiritismo è nell'aria; si diffonde attraverso la forza delle cose anche perché rende felici coloro che lo professano. Quando i suoi avversari sistematici lo sentiranno riecheggiare intorno a sé e fra i loro stessi amici, capiranno il proprio isolamento e saranno indotti o a tacere o ad arrendersi.
31. Per procedere nell'insegnamento dello Spiritismo come si farebbe con le scienze ordinarie, bisognerebbe passare in rivista tutta la serie dei fenomeni che possono prodursi, incominciando dai più semplici per arrivare a quelli più complicati. Ora, questo non è possibile, perché sarebbe impossibile fare un corso di Spiritismo sperimentale, come si farebbe un corso di fisica o di chimica. Nelle scienze naturali si opera sulla materia grossolana che si manipola secondo la propria volontà, e si è quasi sempre certi di poterne regolare gli effetti. Nello Spiritismo si ha a che fare con delle intelligenze che hanno la loro libertà e che a ogni istante ci dimostrano che esse non sono sottoposte ai nostri capricci. Bisogna dunque osservare, attendere i risultati, coglierli al volo. Anche noi dunque diciamo chiaramente che chiunque si vantasse di ottenerli secondo la propria volontà non può essere che un ignorante o un impostore. È per questo che il VERO Spiritismo non darà mai spettacolo di sé né calcherà mai le scene. C'è addirittura qualcosa d'illogico nel supporre che degli Spiriti corrano a fare la parata e si sottopongano a una investigazione come degli oggetti di curiosità. I fenomeni, dunque, potrebbero o non accadere quando se ne avrebbe bisogno, o presentarsi in ordine ben diverso da quello che si desidera. Aggiungiamo ancora che, per ottenerli, occorrono delle persone dotate di facoltà speciali, e che queste facoltà variano all'infinito secondo l'attitudine degli individui. Ora, siccome è estremamente raro che la medesima persona abbia tutte le attitudini, esiste una difficoltà in più, poiché bisognerebbe sempre avere a portata di mano una vera collezione di medium, la qual cosa è quasi impossibile.
Il mezzo per ovviare a questo inconveniente è semplicissimo: occorre incominciare dalla teoria. Qui tutti i fenomeni vengono passati in rassegna, sono spiegati, ci se ne può render conto, si può comprendere la possibilità, si possono conoscere le condizioni nelle quali è possibile che si producano o che incontrino degli ostacoli. Allora, qualunque sia l'ordine con il quale sono indotti dalle circostanze, essi non avranno più niente che possa sorprendere. Questa strada offre ancora un altro vantaggio, quello cioè di risparmiare, a chi voglia operare, una infinità di disinganni. Premunito contro le difficoltà, egli può stare in guardia ed evitare di acquisire l'esperienza a sue spese.
Ci sarebbe difficile dire, da quando ci occupiamo di Spiritismo, il numero delle persone che sono venute da noi, e, fra queste, quante ne abbiamo viste rimanere indifferenti o incredule in presenza dei fatti più palesi, ed essere persuase, più tardi, solo da una spiegazione ragionata. Altrettanto è difficile dire quante altre persone siano state predisposte al convincimento dal ragionamento, quante altre, infine, siano state persuase senza nulla aver visto, ma unicamente perché avevano compreso.
È dunque per esperienza che noi parliamo ed è anche per questo che noi diciamo che il miglior metodo d'insegnamento spiritista è quello di indirizzarsi verso la ragione, prima di dirigersi agli occhi. È il metodo che noi seguiamo nelle nostre lezioni e non abbiamo che da congratularcene.[1]
[1] Il nostro insegnamento teorico e pratico è sempre gratuito.
Chiunque rifletta comprende benissimo che si potrebbe fare astrazione delle manifestazioni, e che la Dottrina non cesserebbe di sussistere. Le manifestazioni vengono a corroborarla, a confermarla, ma non ne costituiscono la base essenziale; l'osservatore serio non le respinge, al contrario, ma attende le circostanze favorevoli che gli permetteranno di esserne testimone. La prova di ciò che noi avanziamo è che, prima di aver sentito parlare delle manifestazioni, una quantità di persone aveva l'intuizione di questa Dottrina, la quale non ha fatto che dare un corpo, un insieme alle loro idee.
Questo è così vero che, su dieci persone completamente agli esordi, le quali assisteranno a una seduta di sperimentazione — fosse pure una delle più soddisfacenti dal punto di vista degli adepti — nove usciranno senza essere convinte, e alcune saranno più incredule di prima, poiché gli esperimenti non avranno corrisposto alla loro aspettativa. Avverrà completamente il contrario con quelle persone che potranno rendersene conto attraverso una conoscenza teorica anticipata. Per loro si tratta di un mezzo di controllo, ma nulla le sorprende, neppure l'insuccesso, poiché esse sanno in quali condizioni i fatti si producono, e che non bisogna da tali fatti aspettarsi se non quello ch'essi possono dare. La loro preventiva conoscenza, dunque, le mette in grado di rendersi conto di tutte le anomalie, permettendo di cogliervi un'infinità di dettagli e di gradualità spesso delicatissime. Questi sono per loro mezzi di convincimento che sfuggono all'osservatore ignorante.
Tali motivi ci inducono ad ammettere alle nostre sedute sperimentali solamente le persone che possiedono delle nozioni preparatorie sufficienti per comprendere quello che vi si fa, persuasi che le altre persone vi perderebbero il loro tempo o ci farebbero perdere il nostro.
1°. Che cos'è lo Spiritismo? Questo libriccino, di poco più d'un centinaio di pagine, è un'esposizione sommaria dei principi della Dottrina Spiritista, un colpo d'occhio generale che permette d'abbracciare l'insieme in un quadro ristretto. Con poche parole esso ne illustra lo scopo, e ognuno può giudicarne l'importanza. Vi si trova inoltre la risposta alle principali questioni e obiezioni che le persone novizie si sentono naturalmente propense a porre. Questa prima lettura, che richiede solo poco tempo, è un'introduzione che facilita uno studio più approfondito.
2°. Il libro degli Spiriti. Contiene la dottrina completa, dettata dagli Spiriti stessi, con tutta la sua filosofia e tutte le sue conseguenze morali. È la rivelazione del destino dell'uomo, l'iniziazione alla conoscenza della natura degli Spiriti e ai misteri della vita d'oltretomba. Leggendolo si comprende come lo Spiritismo abbia uno scopo serio e non sia un frivolo passatempo.
3°. Il libro dei Medium. È destinato a guidare coloro che desiderano inoltrarsi nella pratica delle manifestazioni, attraverso la conoscenza dei mezzi più idonei per comunicare con gli Spiriti. È una guida sia per i medium sia per gli evocatori, ed è il complemento de Il libro degli Spiriti.
4°. La Rivista Spiritista. È una raccolta antologica di fatti, di spiegazioni teoriche e di brani isolati che completano quanto è detto nelle due precedenti opere e ne è in qualche modo l'applicazione. Se ne può fare la lettura nello stesso tempo, ma essa sarà più proficua e intelligibile soprattutto dopo quella de Il libro degli Spiriti.
Questo è quanto per ciò che ci concerne. Coloro, poi, che di una scienza vogliano conoscere tutto devono necessariamente leggere tinto ciò che sulla materia è stato scritto, o almeno le cose principali, e non limitarsi a un solo autore. Essi devono anche leggere il pro e il contro, le critiche come pure le apologie, iniziarsi ai differenti sistemi, allo scopo di poter giudicare attraverso il raffronto.
Da questo lato, noi non preconizziamo né critichiamo alcuna opera, non volendo assolutamente influire sull'opinione che ci se ne può formare. Apportando la nostra pietra all'edificio, noi ci collochiamo nelle righe. Non ci appartiene affatto essere giudice e parte, né abbiamo la ridicola pretesa di essere gli unici dispensatori della luce. È il lettore che deve separare il buono dal cattivo, il vero dal falso.